mercoledì 13 aprile 2016

Albano: sulla strada della parità in politica c'è ancora tanto cammino da fare (tratta da "Albano Laziale. Tracce, storie e percorsi di donne")



Albano è uno dei comuni più grandi per popolazione dei Castelli Romani, tante le tracce storiche e archeologiche sul suo territorio che risalgono ai tempi dei romani e alla fondazione della mitica Albalonga.  

La toponomastica locale ricorda l'illustre passato e la recente storia e in tutto questo c'è da chiedersi che ruolo hanno avuto le donne soprattutto nella vita amministrativa e politica della città dal dopoguerra a oggi. Le realtà di provincia come lo sono i Castelli Romani, sono spesso laboratori di analisi politica dove è possibile dal piccolo poi estendere considerazioni più ampie sul livello nazionale.

Le leggi approvate negli ultimi anni come l'introduzione della doppia preferenza di genere per l'elezione dei consigli comunali e l'obbligo per i sindaci di garantire almeno il 40% del sesso meno rappresentato nelle giunte sono una grande occasione per poter usufruire delle potenzialità e professionalità del mondo femminile anche nel governo delle città.

La questione delle pari opportunità non è un problema delle donne, ma di un'intera comunità, un'esigenza civile per il compimento di una reale democrazia. Fintantoché l'Italia affronterà il tema della rappresentanza delle donne come una mera questione di genere si rimarrà a una posizione di stallo. Se veramente si vorrà tenere il passo europeo sulla tematiche dell'equilibrio di genere, si dovrà attuare un vero cambiamento di rotta a livello culturale e sociale.

Di queste questioni ne abbiamo parlato con Ada Scalchi, la prima e unica (per il momento) donna Sindaca di Albano, città che negli ultimi anni non ha di certo brillato per una concreta parità di genere nelle istituzioni locali.

Lei è stata l'unico sindaco donna di Albano. Ha amministrato in un periodo complesso per l'Italia, a cavallo fra I e II Repubblica. Cosa ricorda della sua esperienza alla guida della città?

Vero, sono stata l'unica donna Sindaca ad Albano e spero vivamente che ce ne siano altre! Il periodo in cui ho amministrato dal 1988 al 1990,  è stato davvero molto complesso: eravamo a cavallo tra la I e la II repubblica, il sistema dei partiti stava crollando, il P.C.I. al quale appartenevo si stava sciogliendo come neve al sole, la crisi morale attraversava partiti, istituzioni, enti economici e produttivi. Sicuramente è stata un'esperienza esaltante, ma anche faticosa sia per il tempo che ti prendeva che per le scelte da compiere.

Ricordo che conciliare l'impegno istituzionale e politico con la famiglia è stato durissimo. Avevo un  figlio  piccolo e non sempre il mio impegno politico è stato condiviso a livello famigliare, con orgoglio e riconoscenza posso dire che molte compagne di partito si rendevano solidali per risolvere problemi quotidiani come far giocare il piccolo il più possibile vicino dove tenevo incontri o riunioni!

Le decisioni politico-amministrative dovevano scontrarsi sempre con un metodo consolidato che era il seguente: "I partiti di maggioranza dicono che questa è la decisione". Lo scontro era duro, mi sono sempre opposta a lavorare attraverso veline in copia, scritte quasi clandestinamente mai nella sede preposta, motivo per il quale non mi è stato consentito di terminare il mio mandato. Nonostante gli ostacoli, sono riuscita  a recuperare  al patrimonio del Comune  spazi da destinare per attività sociali e  culturali tra cui il Teatro Albaradians, Villa Contarini a Pavona e  Villa del Vescovo a Cecchina, l' ampliamento del liceo Ugo Foscolo con la realizzazione di una sala conferenze, l'apertura di tre biblioteche su tutto il comune.

Dopo la sua esperienza amministrativa Albano ha visto emergere poche figure politiche femminili. Come mai? Le donne si interessano poco alla vita politica o i partiti hanno bloccato di fatto un vivaio per una classe politica in rosa?

Le responsabilità dei partiti sono tante e gravi. Un'arretratezza culturale (e non solo) accompagna ogni scelta da compiere anche per quanto riguarda la scelta delle donne da inserire negli organismi di partito, sia da nominare nelle Giunte o nei Consigli di Amministrazioni delle società municipalizzate. Ritengo la "maschilizzazione" la maggiore responsabilità dell'allontanamento delle donne dalla vita politica e amministrativa locale e non solo.

Ad Albano e in diversi comuni dei Castelli fino a un paio di anni fa le donne amministratrici erano merce rara....consigli comunali senza elette, assessori solo uomini. Lei si è battuta contro questa "maschilizzazione" amministrativa. Quali azioni da portare avanti?

Le prima azione da portare avanti da parte delle donne è quella di PARTECIPARE sempre, attraverso movimenti, associazioni e anche nei partiti, con metodi nuovi, senza mai farsi strumentalizzare. E' difficile e faticoso, ma alle donne nessuno ha mai regalato niente!

Riguardo alla toponomastica femminile grazie anche all'omonimo gruppo sul web sono stati fatti dei passi in avanti anche ad Albano. A quali donne vorrebbe intitolare strade e piazze?

Grazie all'associazione Toponomastica Femminile  si sono fatti passi da giganti! Le componenti sono donne straordinarie che mettono a disposizione la loro grande preparazione e professionalità declinata al femminile a disposizione di tutti per abbattere le barriere culturali ancora presenti nelel istituzioni.

Mi piacerebbe intitolar strade e piazze a tante donne che si sono distinte per il loro impegno civile
politico e culturale: Maria Ascenzi (ha prestato opera per i feriti del bombardamento del 1944 ), a Teresa e Cesare Durante per aver nascosto presso la loro casa alcuni Ebrei scampati dai rastrellamenti dal ghetto di Roma, Sesta Ponzo staffetta partigiana, Laurina Quattrini che partecipò alla resistenza portando la dinamite utile per l'attentato al ponte delle Sette luci.

Ancora Maria Silvestroni, unica consigliera eletta nel primo Consiglio Comunale dopo la Liberazione, Caterina Dietrich, insegnante impegnata  negli anni '50 a far frequentare la scuola a tutti, lottando contro l'abbandono scolastico in particolare dalle bambine. Matilde Filosofi,  insegnante impegnata per l'integrazione tra scuola e territorio. Potrei ancora continuare, ma queste sono le prime figure femminile a cui vorrei dedicare un'intitolazione.

Se dovesse dare un consiglio alle donne giovani e meno giovani che vogliono impegnarsi in politica, che consigli e ragguagli darebbe?

Un consiglio: studiate, preparatevi, partecipate, conquistate la vostra indipendenza. Donne colte e consapevoli sono meno strumentalizzabili!

Dalle parole di Ada Scalchi, è chiaro che nel processo di cambiamento che ha visto inserire nell'ultimo decennio il principio di pari opportunità tra i cardini della nostra Costituzione, dovranno essere i partiti e, come loro diretta espressione, Sindaci e Presidenti di Province, Città Metropolitane e Regioni a giocare un ruolo essenziale come veicoli della rappresentanza politica e fautori delle regole del gioco politico che dovrà saper diventare anche a misura di donna, oltre che uomo. Non si può più aspettare.
Francesca Ragno

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