venerdì 8 aprile 2016

La Sardegna e le donne: uno sguardo sulle giunte post elezioni 2012 (giugno 2012)



Nelle elezioni amministrative dello scorso anno la Sardegna  ha rappresentato uno dei territori italiani dove faceva capolino la novità politica e i tanto decantati volti nuovi. Cagliari, la città simbolo di questa ventata di freschezza, ha visto l’elezione del giovane sindaco Massimo Zedda che ha dato subito un segnale di discontinuità nominando una giunta tra le più rose d’Italia dove le donne sono superiori agli uomini, ben 6 su dieci assessori.
 
E quest’anno come sono andate le elezioni nella bella terra sarda specie per quanto riguarda il riequilibrio di genere? I Comuni maggiori al voto, con più di 15mila abitanti, sono stati solamente tre: il comune di Lanusei nella provincia dell’Ogliastra, il comune di Oristano capoluogo dell’omonima provincia e il comune di Selargius in provincia di Cagliari.

Questi tre comuni non spiccano di certo nel contribuire a parità di genere: i comuni di Lanusei e Selargius vedono una sola donna in giunta rispettivamente su 4 e 6 componenti degli organi di governo. Oristano non va meglio ne ha solamente due di donne su una giunta composta da 6 assessori.

Le cose non vanno meglio nei piccoli comuni: non possiamo non segnalare il caso dei tre comuni con giunte tutte totalmente al maschile Badesi, Calangianus,  Loiri Porto San Paolo tutte in provincia di Olbia-Tempio. Insomma l’esempio di Cagliari non è stato seguito dagli altri comuni sardi e le donne ancora stentano a farsi strada nelle piccole amministrazioni sarde, tanto anche nei comuni dove sono state elette sindache donna le loro giunte poi si sono colorate totalmente di azzurro come per esempio a Bono e Florinas in provincia di Sassari. Tra il mare e le spiagge ancora le donne sarde impegnate in politica devono trovare il loro posto al sole, ma l’esempio del capoluogo di Regione fa bene sperare anche dopo che lo scorso anno la giunta regionale del presidente Ugo Cappellacci era stata annullata per l’assenza totale di donne nella compagine governativa. Insomma là dove non vi è la lungimiranza degli amministratori a coinvolgere entrambi i generi nella gestione del bene comune ci pensano i giudici a far rispettare anche quelli che sono i principi della nostra Costituzione.

Francesca Ragno

Nessun commento:

Posta un commento